Vallo della Lucania

Vallo della Lucania

p { margin-bottom: 0.21cm; }

Vallo della Lucania merita di più, lo hanno dimostrato i Commercianti con un bel natale per i vallesi e quanti vengono nella nostra città per lavoro ed acquisti.
Un elegante addobbo natalizio del centro storico con qualità e gusto, dimostrano che si può fare di più, per affrontare la crisi economica e sociale della città. Dalle tristi pagine degli avvenimenti di questi ultimi anni, (che ci hanno portato nelle tv di stato non certo per fatti allegri) alla perdita di uffici strategici per il futuro di una città di servizi, (ASL, INPS, CAMERA DI COMMERCIO) all’assenza colpevole di una visione di futuro, i Commercianti di vallo hanno dimostrato come l’ottimismo della volontà può combattere il pessimismo della ragione.
Vallo merita di più, per il suo potenziale umano e culturale. I suoi uomini hanno da sempre dato un grande contributo alla crescita del territorio cilentano, determinando le condizioni per uno sviluppo coerente alle sue vocazioni.
Vallo merita di più, per i tanti e tanti semplici cittadini e per questo autorevoli ed impegnati per il bene comune nel volontariato come nell’associazionismo a dare lezioni di stile e qualità.
Vallo merita di più, non fosse altro che per la sua strategica posizione geografica che da sempre ne hanno fatto la Capitale del Cilento sia sul piano economico che culturale e politico.
Vallo merita di più, nel dibattito culturale e politico del futuro del Cilento che deve riprendersi il diritto di cittadinanza attiva e fieramente riscattare quell’orgoglio di appartenenza per non perdere anche quello che ha.
Nel corso degli anni la città aggredita da un’edilizia invasiva e opprimente, ha perso gran parte della sua identità, pur mantenendo un “cuore” autentico. Vallo oggi è una “brutta” città per l’architettura e il paesaggio, per l’urbanistica e la mobilità, per l’arredo urbano e il contesto ambientale. Paradossalmente proprio l’azione dei commercianti ha messo in “luce” tale contraddizione. Un intervento minimo, misurato e di qualità, come quello degli addobbi natalizi, stride con un contesto approssimato e improprio, per niente pianificato e programmato a partire dal traffico ai tanti lavori in corso di improbabili cantieri di rattoppi e aggiusti di recenti opere pubbliche. Tanti, ma tanti “cantieri inutili” di questi anni con spesa a “pioggia”, dimostrano approssimazione e incompetenza rispetto a tanta buona volontà e ottimismo. Forse la cultura del “buon padre di famiglia” deve tornare a dare un concreto ma dinamico futuro di qualità ad una città che merita di più.

Fonte Unico Domenico Nicoletti Docente di Salvaguardia e Gestione delle Aree Protette-Università di Salerno

 

I Commercianti vallesi sono associati nell'Associazione Commercianti Sviluppo Vallo

<!–

–>

Nuova Regione ?Principato di Salerno?: depositata richiesta di referendum

p { margin-bottom: 0.21cm; }

E’ stata depositata a Roma, presso la Corte Suprema di Cassazione, la richiesta di referendum per la creazione di una nuova Regione denominata “Principato di Salerno”. I delegati dei comuni, hanno fatto richiesta alla Corte di accertare e dichiarare la legittimità della istanza di referendum ex art. 132, comma 1, della Costituzione italiana e degli art. 42 ss. della legge 25 maggio 1970, n. 352 (Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo), finalizzata alla creazione di una nuova Regione coincidente con il territorio dell’attuale Provincia di Salerno.

A corredo della richiesta sono state allegate le 59 delibere consiliari comunali rappresentative di un numero di abitanti pari a 429.734 e, quindi, superiore ad un terzo della popolazione residente nella provincia di Salerno(1.107.504 abitanti, in base all’ultima rilevazione ISTAT disponibile, relativa al mese di luglio 2010). Dal deposito della istanza decorrono tre mesi per la consegna di ulteriori delibere di consigli comunali o provinciali, così come espressamente consentito dall’art. 42, ultimo comma della legge 25 maggio 1970 n. 352. I comuni che hanno deliberato fino ad oggi sono:

Albanella, Alfano, Altavilla Silentina, Aquara, Ascea, Atena Lucana, Baronissi, Bellizzi, Calvanico, Camerota, Campora, Casaletto Spartano, Caselle in Pittari, Castel San Giorgio, Castel San Lorenzo, Castellabate, Cava de’ Tirreni, Centola, Cicerale, Conca dei Marini, Corleto Manforte, Giungano, Laurino, Magliano Vetere, Moio della Civitella, Montano Antilia, Montecorice, Montecorvino Pugliano, Montecorvino Rovella, Monteforte Cilento, Nocera Superiore, Ogliastro Cilento, Orria, Pagani, Pellezzano, Palomonte, Perdifumo, Petina, Pisciotta, Pontecagnano Faiano, Positano, Postiglione, Roccadaspide, Roccagloriosa, Roccapiemonte, Romagnano al Monte, San Cipriano Picentino, San Giovanni a Piro, San Marzano sul Sarno, Santa Marina, Sant’Angelo a Fasanella, Sarno, Scafati, Scala, Sessa Cilento, Torraca, Tramonti, Valva, Vibonati.

fonte

<!–

–>

Arte e filosofia per rilanciare il turismo

vargas

p { margin-bottom: 0.21cm; }a:link { }

Arte e filosofia per rilanciare il turismo

La fondazione Giambattista Vico apre i battenti per la prima volta nel 1997, quando Alfonso Andria , Elena Croce e Gerardo Marotta approfittano del restauro di Palazzo Vargas a Vatolla per creare un polo culturale che si fonda sulla promozione di opere e pensiero del filosofo e giurista napoletano per diventare successivamente un esempio di turismo legato alla conoscenza e incubatore di proposte. Oggi la fondazione è presieduta dal professore Vincenzo Pepe (che è anche il numero uno nazionale di Fare Ambiente) ed ha tre sedi: quella storica di Palazzo Vargas a Vatolla, dove Giambattista Vico ha consumato larga parte della sua esistenza e dei suoi studi, e altre due ubicate a Paestum presso il museo del Grand Tour e a Napoli in via San Gregorio Armeno all'angolo con San Biagio dei Librai. "La fondazione è un istituto di alta cultura – sottolinea Pepe – che opera presso tre strutture ed svolge un'attività intensa.

L'11 dicembre a Napoli ospitiamo la mostra del maestro Ugo Nespolo dal titolo Partenope, l'angelo dei contrasti. Un evento che vogliamo sfruttare per promuovere l'orgoglio della cultura e il principio che la conoscenza deve essere il più possibile estesa a tutti". In un periodo di tagli alle istituzioni culturali la fondazione Giambattista Vico assume una posizione costruttivamente critica. "Siamo contro la riduzione degli investimenti in questo settore – evidenzia Vincenzo Pepe – però vogliamo anche che la cultura sia una risorsa a cui ognuno può avere accesso e non solo un privilegio di pochi. Credo che i fondi debbano essere distribuiti in base alle capacità delle singole strutture". La fondazione Vico si è spesa nella battaglia per evitare la chiusura di istituzioni come il Madre e Città della Scienza. "Li abbiamo aiutati a non chiudere pur non ricevendo da loro mai alcuna solidarietà – dice il presidente della fondazione Giambattista Vico – però non vorrei che si pensasse ad un nostro atteggiamento di contrasto nei loro confronti. Tutt'altro. Vogliamo semplicemente una più equa distribuzione delle risorse pubbliche". Sotto questo punto di vista le azioni recenti della giunta regionale vengono ottengono un riscontro positivo. "L'assessore al ramo Caterina Miraglia ed il presidente Stefano Caldoro – commenta Pepe – hanno riconosciuto il senso della nostra battaglia stabilendo che i finanziamenti non devono finire sempre agli stessi istituti culturali di Napoli e della Campania. Ora andiamo oltre. Il 17 dicembre all'hotel Ramada di Napoli organizziamo un incontro al quale partecipa anche Caldoro per dire che bisogna promuovere una cultura positiva e propositiva e consentire alle associazioni ed alle fondazioni di arrivare laddove non riesce ad agire lo Stato". Le difficoltà principali secondo il presidente della fondazione Vico nascono "dalla solitudine rispetto alla consuetudine di finanziare soltanto gli istituti culturali legati ai partiti politici". Alla Regione Campania ed alle altre istituzioni Pepe chiede "sostegno per essere presenti sul territorio, avere visibilità e demolire il monopolio di pochi, la nostra fondazione ha tre musei molto dinamici che rappresentano un patrimonio a disposizione della collettività. In altre parole credo si debba uscire dalla logica della differenza tra musei maggiori e minori e valutare i progetti". La fondazione Vico è sempre in piena attività.

Ha una biblioteca di oltre diecimila volumi, organizza corsi e seminari e promuove lo sviluppo del territorio attraverso programmi di formazione per i giovani. "Abbiamo creato dei modelli – rivela il presidente – dimostrando che attraverso la valorizzazione dei beni culturali si può fare turismo e sostenere lo sviluppo. La nostra scommessa – conclude – è quella di partire da un piccolo centro del Cilento e parlare all'Italia ed all'Europa". La fondazione Giambattista Vico promuove innumerevoli seminari, convegni, borse di studio, documentari, coinvolgendo una miriade di università italiane e straniere. Elemento centrale dell'attività svolta dalla fondazione è il Premio Internazionale Giambattista Vico, che annualmente viene conferito a personalità del mondo della cultura o studiosi vichiani (fin qui sono stati premiati Gerardo Marotta, Fulvio Tessitore, Georg Gadamer, Giorgio Recchia, Giorgio Lombardi, Pietro Perlingieri, Jean Louis Autin). La Fondazione in questi ultimi anni ha voluto ancora di più interpretare l'esigenza di una sussidiarietà orizzontale, coinvolgendo le scuole e altre associazioni in una mostra itinerante dedicata a Giambattista Vico e al recupero dei beni culturali. Straordinaria anche la collezione del museo Grand Tour di Paestum dove sono ospitate opere di Giovan Battista Piranesi, Jean Richard de Saint-Non, Thomas Major, Franz Ludwig Catel, Abrham Louis Ducros – Giovanni Volpato, Paulantonio Paoli, Morghen, Achille Vianelli, Antonio Coppola e tanti altri e una collezione di 35 Vasi del corredo funebre del V e IV secolo avanti Cristo di rara bellezza proveniente dall'area pestana.

Fonte: denaro

<!–

–>

Un francobollo per Benvenuti al Sud

 

p { margin-bottom: 0.21cm; }a:link { }

Un francobollo per Benvenuti al Sud

Al centro della pellicola con Bisio e Siani un ufficio postale

Un francobollo per Benvenuti al Sud – Uno speciale annullo per celebrare l'ufficio postale piu' famoso d'Italia. E' l'iniziativa di Poste Italiane dopo il successo di 'Benvenuti al Sud', il film diretto da Luca Miniero e girato interamente a Castellabate, nel Cilento. Al centro della pellicola, che vede tra gli attori Claudio Bisio e Alessandro Siani, vi e' soprattutto un ufficio postale nel quale si svolgono buona parte delle vicende raccontate nel film.

FONTE: (ANSA)

<!–

–>

L’olivo pisciottano

DSCN0420

p { margin-bottom: 0.21cm; }

Pisciotta si coltiva un tipo di oliva unico proveniente da lasciti dei  greci antichi.

Sto parlando dell’olivo, pianta che, ancor più della vite e del grano, scandisce la storia dei popoli gravitanti nell’area del Mediterraneo, dal momento che esso, molto prima di veder riconosciuta la sua importanza come indispensabile fonte di nutrimento, era considerato simbolo di pace, di trionfo, elemento di spicco in cerimonie religiose e pubbliche, medicamento dalle molteplici applicazioni.

Il Cilento si presentò, allora, come il luogo ideale per lo sviluppo di questa pianta che nel tempo si è differenziata in numerose varietà, diffusesi poi in tutta la Campania.

IMG_0085

A Pisciotta scopro una di queste varietà, vale a dire gli alberi che danno origine all’oliva detta Pisciottana, unico tipo di oliva presente sul territorio del comune.

 

Il paese compreso nel versante marino del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, riassume le caratteristiche tipiche di molti paesi del Cilento, costituiti da due agglomerati nettamente distinti: un borgo arroccato su di un colle e un villaggio, Marina di Pisciotta, costruito sulla costa attorno ad un piccolo porto che si protende verso il mare. In questo piccolo comune di circa 4.000 abitanti si coltiva una varietà davvero unica di olivo, la cui principale caratteristica, oltre all’alta resistenza alla siccità è rappresentata dalla incredibile longevità: molti degli ulivi presenti in zona sono, infatti, ultra-secolari.

Le piante sono molto vigorose e presentano una chioma molto folta, si caratterizzano, inoltre, per la buona produttività. I frutti, raccolti ancora a mano, e utilizzati per la produzione dell’olio locale, dal sapore armonico e lievemente fruttato, oltre che nella produzione dell’Olio Extravergine di Oliva Cilento DOP sono di colore variabile dal verde al violaceo nero, presentano una forma allungata e leggermente asimmetrica e sono di piccola dimensione (inferiore a 2 g). Le olive vengono, inoltre, ancora oggi preparate sott’olio secondo un’antica ricetta, dalla lavorazione molto elaborata e dagli ingredienti molto particolari. Le olive verdi vengono raccolte, lavate con acqua abbondante e depositate in una bacinella, nella quale si aggiungono calce in polvere e cenere; bisogna, poi, ricoprire il tutto con abbondante acqua.

La bacinella deve riposare così per 48 ore, fino a quando il tutto viene scolato e lavato; il passaggio successivo consiste nel lasciare macerare per 24 ore le olive in un recipiente di argilla con sale ed alloro, dopodiché le olive vengono scolate ed adagiate su una spianatoia di legno o di pietra e schiacciate con un matterello di legno, in modo tale che anche i noccioli vengano via. Una volta schiacciate, le olive, raccolte e sistemate in un contenitore di vetro, vanno pressate con le mani, condite con peperoncino piccante ed altri aromi e ricoperte di olio extravergine di oliva. Un piatto sfizioso e salutare che racchiude in sé l’antico sapore della Grecia.

<!–

<rdf:Description rdf:about=”http://nunziodigitale.splinder.com/post/23686206&#8243;
dc:identifier=”http://nunziodigitale.splinder.com/post/23686206&#8243;
dc:title=”Lolivo pisciottano”
dc:subject=”antropologia, cilento, pisciotta, cultura contadina, cilentani, parco cilento, cilentanit?, scienza del buon vivere, olio doliva cilentano, agricoltura cilento, promozione territorio parco cile”
trackback:ping=”http://www.splinder.com/trackback/23686206&#8243; />

–>