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Il guizzo di un guitto frusta l’Italia. Una Italia minorenne che ancora litiga come all’asilo.
Questo è quello che appare dall’intervento di Benigni alla festa della canzone italiana.
Il nostro ci ricorda che abbiamo perso il vero modello di vita quando i nostri nonni si sono sacrificato per noi, una lectio la sua, tra storia filologia e attualità quella del premio oscar prestigiosa e memorabile.
il Nostro continua in un crescendo di frasi conosciute, ma oramai dimenticate, più argute di un professore evidenziando come in Italia sia nata prima
la Cultura e poi la Nazione,
dove l’esperienza più importante che l’estero ci invidia è
l’allegria concetto intraducibile all’estero
ricordandoci che viviamo in un
paese memorabile
dove ii nostri avi si sono sacrificati con il motto
morire per la Patria per farci vivere la Patria
il finale è stato plateale.
Un finale
che è iniziato così:
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Fratelli d’Italia
L’Italia s’è desta,
Dell’elmo di Scipio
S’è cinta la testa.
Dov’è la Vittoria?
Le porga la chioma,
Ché schiava di Roma
Iddio la creò.
Stringiamci a coorte
Siam pronti alla morte
L’Italia chiamò.
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